Turismo sostenibile cosa vuol dire
Negli ultimi anni si è spesso sentito parlare di turismo sostenibile, ma a parte definizioni più o meno chiare, come si possono incarnare i valori sempre più importanti di sostenibilità nel viaggiare? Ce lo racconta Dalila Mantovani attraverso i suoi consigli e la sua personale esperienza.
Il viaggiare sostenibile o ecoturismo è una definizione di viaggio nata sul finire degli anni ’80 a livello internazionale e ha avuto una crescita molto lenta, per esplodere in questo ultimo decennio soprattutto in Asia e in Africa. Nel 2018 è stato dichiarato dall’Onu l’anno del turismo sostenibile così da balzare alla cronaca e agli occhi dei più. Nonostante ciò, rimane un settore abbastanza di nicchia e forse poco chiaro nella sua reale applicazione.
Secondo la fonte dell’ OMT il turismo è sostenibile quando:
“Le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche “
Detto ciò, come in molte altre cose, bisogna cercare di trovargli una declinazione un po’ più pratica, e quindi vi racconterò il mio personale approccio al turismo quando mi metto in viaggio che ritengo si possa definire lento e sostenibile.
Cercherò di farlo attraverso un elenco di propositi sui quali ritengo sia fondamentale porre l’attenzione nella preparazione e nell’atteggiamento verso un viaggio. Senza semplificare in decaloghi o liste del “comefareper” credo che se poniamo una certa sensibilità verso le tematiche sottoesposte stiamo già scegliendo un viaggio sostenibile.
1. Pianificare: cosa e quanto vedere
E’ il primo passo: la vera lentezza e sostenibilità parte da qui. Partire con l’idea di visitare un paese, anzi magari due piccoli, con l’obiettivo di mettere la spunta su tutti i capitoli della guida nelle due settimane di sudate vacanze, massimizzando il più possibile gli incastri di voli interni, transfer e guide…forse non è proprio l’ideale perfetto di viaggio lento e sostenibile.
Onestamente amo pianificare le mie attività in generale e dunque anche i viaggi, ma non troppo e soprattutto senza affanno. Generalmente organizzo un tragitto che desidero percorrere, senza però prenotare quasi nulla e lasciando lo spazio per eventuali varianti che potrei ricevere in loco e che non potevo prevedere da casa mia. Spesso, soprattutto se si viaggia in un paese straniero dove non siamo mai stati, è molto difficile riuscire a visitare tutto il paese, specialmente se si hanno a disposizione le canoniche ferie. E’ preferibile scegliere una regione o una parte del paese e concentrarsi sul conoscere quella con spostamenti più lenti, magari fermandosi qualche notte in più nella fazenda che ci ospita e fare due chiacchere in più con i proprietari, scoprendo che la padrona di casa prepara delle ottime melanzane sott’olio!
L’approccio sostenibile non potrà mai essere il quanto, ma il come.
2. Come spostarsi
Non so voi, ma io che mi sposto sempre con l’auto non vedo l’ora che arrivino le vacanze per lasciarla a riposo. Dunque consiglio di scegliere qualunque mezzo alternativo (e non) ma che ci permetta un punto di vista diverso da quello che abbiamo generalmente: treno, flixbus, blabla car (almeno è un modo social di vivere l’auto), barca, bicicletta, cavallo. Tutti fantastici!
Foto Dalila Mantovani
Il viaggio e gli spostamenti in genere sono parte integrante della vacanza e cominciano da quando usciamo di casa con la valigia/zaino e ogni piccola scelta può essere fatta secondo un principio di lentezza e sostenibilità, anche scegliendo di raggiungere la stazione o l’aereoporto in autobus anziché in macchina.
Nella mia personale scelta di viaggio sostenibile cerco di usare l’aereo il meno possibile, per esempio difficilmente lo uso per viaggi di piacere in paesi limitrofi al nostro e se decido per un viaggio intercontinentale preferisco spostarmi con autobus e mezzi locali (e vi assicuro che sono sempre una bella avventura!) anziché prendere voli interni, se non strettamente necessario.
Non necessariamente la scelta di lentezza significa viaggiare a piedi, a volte dipende da dove siamo: la scelta di lentezza dei nostri spostamenti è, in generale, quella che ci permette di assaporare ogni paesaggio e non di ingurgitarlo.
3. Il cibo e la cucina nel turismo sostenibile
Il cibo è cultura e in quanto tale va assaporato. Da questa premessa Marco e Beatrice vi sapranno accompagnare e dettagliare esperienze approfondite dedicate al turismo eno-gastrnomico. Nel caso non sia specificatamente l’obiettivo del vostro viaggio, non potrete mai esimervi dall’assaggiare il cibo locale. In fatto di cibo, a mio avviso, non deve esistere pudore!
Assaporate qualunque cosa vi proponga la cucina locale: animali stranissimi, mix impensabili o zuppe improponibili. Fatelo e lasciatevi incuriosire da come si cucina, come si mangia, come si coltiva. Il cibo è l’anima di un luogo.
Consiglio inoltre di sceglierlo – nei limiti delle possibilità – come souvenir del viaggio. Le persone che lo riceveranno potranno fare uso del vostro pensiero (e non lasciare che si impolveri) e partecipare -almeno con le papille gustative- alla vostra esperienza o almeno ricordarsi di voi fin che lo consumano. Se trovate prodotti artigianali, il pensiero sarà ancora più autentico.
4. Le persone
Fermatevi a parlare con le persone del posto, chiedete loro di presentarvi la moglie o di parlarvi del loro lavoro e della loro famiglia. Alla fine del viaggio saranno le loro storie quelle che vi porterete a casa, che non potranno essere immortalate in una fotografia e che animeranno i vostri ricordi. Vi accorgerete di quanto le persone possano esservi così vicine anche se vivono dall’altra parte del mondo e tutti abbiano una storia interessante da raccontare…e se non ce l’hanno fatevi raccontare qualcosa del luogo!
Se non siete tipi che “attaccate bottone” con gli sconosciuti, potete affidarvi a delle guide turistiche locali. Generalmente non scelgo mai attraverso le grandi agenzie o prenotando dal web, ma cerco in loco guide che abbiano un vero legame con il posto oppure piccole agenzie, andando personalmente. Le attività possono essere dal trekking, al giro in barca, alla scalata in montagna, ma purché sia promosso dalle persone e dalla comunità del luogo valorizzando sia la loro economia che la loro cultura.
Se siete all’estero, in paesi con economie molto fragili, fate attenzione a non lasciarvi “raggirare” da guide improvvisate o disperate solo alla ricerca di qualche soldo facile. Chiedete sempre una garanzia della loro professionalità e delle persone a cui via affidate.
5. L’atteggiamento del viaggiatore sostenibile: curiosità e il rispetto
Durante un viaggio sostenibile, oltre al decalogo delle “10 regole”, credo che la chiave che fa la differenza sia l’atteggiamento. Il paese che andrete a visitare non è progettato per voi, ma per le persone che lo vivono da secoli tutti i giorni e credo dunque che l’atteggiamento di curiosità verso tutte quelle cose nuove che andremo a conoscere, che non esistono nella nostra cultura, e allo stesso tempo di rispetto per tutto questo sia il vero approccio del turista sostenibile.
Foto Dalila Mantovani
Personalmente stimolare la curiosità, la scoperta di cose nuove è la parte che più affascina durante un viaggio e che mi muove costantemente la mia ricerca. Nelle situazioni nuove scopriamo il mondo e scopriamo noi stessi, ci mettiamo alla prova con delle condizioni nuove e ci riscopriamo a nostra volta paurosi, oppure a nostro agio, ansiosi o calmi. La parte che mi piace di più è scoprire me stessa ogni volta, in relazione con il mondo.
Il turismo sostenibile non è necessariamente quello con lo zaino in spalla,10 euro in tasca su e giù per il sud America in autostop, relegato prettamente agli under 20. Possiamo praticarlo ovunque, nelle colline dietro casa o in un paese esotico. Il turismo sostenibile è fondamentalmente un approccio mentale che parte dalla volontà di comprendere un posto e non di sfiorarlo, di non avere l’affanno di conoscere più posti possibili nel minor tempo, ma dal cercare di entrare in contatto il più possibile con un territorio e con la comunità che lo vive. Allora il viaggio non sarà stato solo una lista di foto da esibire, ma una vera esperienza e vi avrà lasciato qualcosa dentro che vi porterete a casa quando tornerete alla vostra vita di tutti i giorni. Sostenibile è la consapevolezza con cui viviamo e scopriamo il mondo. Ogni giorno.