Satay di pollo ricetta e storia
Oggi per la rubrica settimanale #cucinalaregione siamo in Thailandia e vi racconteremo la storia dei Satay, spiedini di carne grigliati o cotti alla brace di diverse tipologie di carne che rappresentano una vera e propria specialità del sud est asiatico. Diffusissimi in Thailandia, Indonesia e Malesia i più conosciuti sono i satay di pollo che vengono serviti con la caratteristica salsa di arachidi. Scopriamo le orgini di questo piatto e la ricetta dei satay di Soe Cavalca che su instagram è stata la nostra portavoce regionale per la Thailandia.
Origini dei Satay
Tracciare le origini dei satay non è semplice, questa tipologia di piatto giunse nel sud est asiatico da diverse rotte mescolando suggestioni e sapori dei paesi attraversati. In linea di massima bisogna tornare indietro di secoli nell’antica Mesopotamia (l’attuale Iraq) dove era comune arrostire la carne posta intorno a degli spiedini di legno. Da lì i conquistatori afgani portarono il piatto sino in India intorno al X secolo. Poco dopo i mongoli raggiunsero il Medio Oriente intorno al 1250 e introdussero in Cina il piatto all’epoca del Medio Regno (dal 1271 al 1368). Gli antenati dei satay arrivarono quindi nel sud est asiatico da rotte parallele, partendo dagli arabi, dall’India e dalla Cina.
Un ruolo fondamentale nella diffusione della ricetta dei satay venne dall’Indonesia che al tempo rappresentava un vero e proprio crocevia di culture e di viaggiatori da tutto il mondo.
Pollo maiale, montone o manzo?
Un indizio interessante sulle origini dei satay viene dal fatto che in Indonesia e Malesia sono utilizzate prevalentemente le carni di manzo e montone, le stesse preferite dagli arabi che nel XIX secolo furono protagonisti di una massiccia immigrazione nella zona. Al contrario invece nei satay thailandesi sono predilette le carni di pollo e maiale, esattamente come avviene in Cina. Il legame della cucina thailandese con la Cina è in effetti molto radicato e riscontrabile in diversi piatti tradizionali. É quindi probabile che i satay siano stati ufficialmente introdotti e commercializzati in tutta la regione dai venditori ambulanti javanesi (indonesiani) e malesi, ma in Thailandia questo street food venne declinato secondo i loro gusti radicandosi sulle abitudini cinesi.
Da dove viene il nome satay?
In questo caso le teorie sono davvero troppe per essere ricordate tutte, vi riportiamo le due che ci hanno convinto di più e che in qualche modo sembrano perfettamente in linea con i flussi migratori che abbiamo individuato alle origini della ricetta.
Nella foto shish kebab e seekh kebab (Fonte Wikipdia)
In Medio oriente gli spiedini di carne cotti alla griglia o alla brace sono chiamati shish kebab, lo stesso metodo di cottura nella regione caucasica è chiamato shashlik. Nella zona dell’India compare invece una ricetta dal nome e dalla procedura simile chiamata Seekh kebab (fatti con carne macinata). Sembra plausibile pensare che il percorso etimologico sia shish-seekh-satay: dal mondo arabo a quello indiano sino al sud est asiatico.
Una delle caratteristiche distintive dei satay rispetto agli spiedini sia indiani che del mondo arabo è la presenza della salsa di arachidi (conosciuta anche come salsa satay) in accompagnamento. La seconda teoria che più di ha convinto mette in collegamento il nome satay col nome cinese della salsa di arachidi 沙爹 che suona come “sah ti aye”.
Non ci possono essere satay senza salsa, soprattutto di arachidi
La salsa per i satay a base di arachidi è ampiamente utilizzata nella cucina thailandese, ma anche nella cinese, nella indonesiana e nella malese. Non confondetela in alcun modo con il burro di arachidi perché questa salsa salata e leggermente piccante a base di arachidi tostate è decisamente più complessa e si sposa benissimo con le carni dei satay. Alcune ricette la preparano partendo proprio dal burro di arachidi, ma la ricetta originale prevede come punto di partenza le arachidi che andranno ben tostate, le spezie, il latte di cocco e la salsa di soia dolce (kecap manis), come in molte ricette thailandesi troverete facilmente anche la pasta di tamarindo e la salsa di pesce. Potete anche trovare la salsa di arachidi già pronta in vendita in alcuni negozi specializzati di alimenti etnici. Esistono centinaia di varianti di questa preparazione e come capita spesso praticamente ogni casa thailandese ha la sua personale ricetta.
Un’altra salsa con cui vengono serviti i satay è la Nam Jim Jaew, una salsa piccante ottima per accompagnare la carne. É a base di polvere di riso rosso glutinoso, un ingrediente pressoché introvabile da noi, che può essere sostituito partendo dal riso basmati che verrà tritato e ridotto in polvere dopo averlo accuratamente tostato in padella. Gli altri ingredienti sono l’immancabile pasta di tamarindo, la salsa di pesce, peperoncino, succo di lime, scalogno e cipollotto fresco. Come tutte le salse thailandesi è bene assaggiarla ed aggiustare il grado di sale, piccantezza, dolcezza ed acidità in modo che siano in perfetto equilibrio.
Come si preparano i satay
Come abbiamo detto non esistono i satay senza la salsa, quindi prima ancora di cominciare a pensare alla carne, procuratevi tutti gli ingredienti per preparare una o più salse per accompagnarli.
In secondo luogo anche se originariamente i satay nascono per essere grigliati o cotti alla brace, potete tranquillamente cucinarli in padella o in griglia antiaderente sul fornello, avendo l’accortezza di scaldare benissimo la superficie per renderla il più calda possibile. Il pollo deve essere marinato per almeno mezz’ora in modo che la carne si intenerisca e si insaporisca con le numerose spezie e condimenti con cui andrete a ricoprirlo. Gli spiedini che vengono tradizionalmente utilizzati per i satay sono corti e piatti, diversi da quelli che si trovano in commercio da noi (lunghi e sottili), non sarà facile trovarli ma in ogni caso ricordatevi di non riempire gli spiedini esageratamente.
I satay sono serviti di solito come antipasto con l’immancabile salsa, ma aggiungendo un riso jasmine cotto al vapore possono diventare anche un ottimo piatto principale.
Se volete le dosi corrette ed il procedimento completo potete leggere la ricetta dei satay di pollo della nostra portavoce regionale thailandese Soe Cavalca.
Ringraziamo Soe Cavalca per averci accompagnato su Instagram in viaggio fra i sapori thailandesi, e per aver contribuito a questo articolo con le sue fotografie. Soe nata e cresciuta in Thailandia, prima di trasferirsi in Italia ha sin da piccola ha sempre cucinato per la sua famiglia che è stata anche proprietaria di un piccolo ristorante dove Soe era cuoca. Soe ha avviato un e-commerce dove è possibile acquistare alimenti etnici provenienti da tutta l’Asia. Su instagram e su facebook potete trovare le sue splendide ricette oppure sul suo blog.
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