Dolci tipici ciprioti: dai loukmades al budino di pollo
Di ritorno dalle nostre vacanze a Cipro abbiamo scritto un resoconto del nostro viaggio e di cosa abbiamo mangiato, ma non abbiamo minimamente toccato il capitolo dolci tipici ciprioti a cui credo che meriti dedicare un capitolo a parte.
Quando si parla di Cipro è sempre bene ricordare che l’isola versa in una particolare condizione politica, dal 1974 infatti è divisa in due e solo dal 2008 è possibile accedere al lato nord attraverso alcuni check point sparsi per il territorio. Ma non è di politica né tanto meno di divisioni che vogliamo parlare noi, quindi per chi vuole approfondire vi invito a cercarvi online ulteriori informazioni!
L’isola di Cipro è estremamente ricca di luoghi interessanti sia dal punto di vista storico ed artistico ma anche da quello naturalistico, e munendosi di adeguato mezzo di trasporto è facilmente visitabile. Dal punto di vista culinario la cucina cipriota poi è una vera e propria chicca in quanto le due culture greco e turca, nelle loro varianti locali cipriote, offrono un’ampia rosa di piatti deliziosi e specialità locali che meritano davvero di essere assaggiate.
Per mantenere un giusto bilanciamento ho deciso quindi di parlarvi quindi di due esperienze di dolci ciprioti, una greca ed una turca, che ci hanno davvero esterrefatto.
Partiamo con i loukmades, ossia la versione cipriota delle frittelle a forma di sfera imbevute di miele ai fiori d’arancio. Le abbiamo assaggiate durante la festa di Kiti, un piccolo paese vicino a Larnaca, preparate per strada da un’abilissima signora che non ha mai smesso di cucinarle con maestria e velocità degne di uno chef stellato! La festa di Kiti era quella che da noi definiremmo una sagra di paese, con banchetti di oggetti più o meno tradizionali ed un palco su cui si esibivano all’aperto alcuni artisti. Il paese è piccolo ma molto caratteristico e perdersi fra i banchetti di dolciumi locali assaggiando qua e là quello che offrivano, ci è piaciuto molto. Ma fra tutti i banchetti quello che ha catturato di più la nostra attenzione è stato quello dove in diretta venivano preparati e venduti i loukmades ancora caldi e serviti da passeggio o, per chi voleva, a dei tavolini allestiti per l’occasione.
Cercando qualche informazione in più, ho scoperto che si tratta di un dolce di origine araba diffusissimo nelle sue varianti in tutto il bacino orientale del mediterraneo (loukoumades in greco, lokma in turco e zalabyieh in arabo) e non solo, infatti anche gli struffoli napoletani sono da considerarsi una loro variante italiana.
Da quanto abbiamo potuto vedere si tratta di un semplice impasto di farina, latte, lievito, acqua e sale, fatto friggere per ben due volte e poi ripassato in uno sciroppo a base di miele d’arancio. Nonostante la semplicità della preparazione il loro sapore è una vera e propria esplosione di gusto: già al primo morso lo sciroppo ed il sentore di fiori d’arancio ti riempiono la bocca facendoti subito venire voglia di mangiarne un’altra. Piccolo inconveniente: fanno venire molta sete! Ma il nostro banchetto le serviva assieme ad una caraffa di acqua fresca che veniva continuamente riempita da un simpatico ragazzino, forse nipote della signora. Ci siamo ripromessi di provare a fare anche noi questi simpatici dolci tipici ciprioti una volta tornati a casa!
L’altro dolce di cui merita parlare è un dolce cipriota che già conoscevo da una mia precedente vacanza in Turchia: il tavuk göğsü, ossia un budino dolce a base di petto di pollo. Sí, avete capito bene. Ne ho da sempre sentito parlare e nei miei libri di cucina turca ho più volte visto la ricetta, ma dico la verità mi era mancato il coraggio di assaggiarlo. Nonostante il mio scetticismo iniziale, ho avuto decisamente modo di ricredermi. Innanzitutto il tavuk göğsü non sa di pollo, infatti da quanto mi hanno spiegato, il suo scopo non è di dare sapore ma contribuisce unicamente a conferire al budino un’incredibile cremosità, molto diversa da quella che ai nostri budini viene data dalla colla di pesce. Il sapore è invece quello delicato di una crema di latte non eccessivamente dolce, che si scioglie in bocca. L’unico inconveniente è che ho assaggiato il budino dopo essermi letteralmente sfondata di dolci in quello che definirei il “tempio” della pasticceria locale a Famagusta, nel lato turco cipriota dell’isola, e quindi dell’ottimo budino ne ho mangiato solo pochi cucchiai. Siamo stati accompagnati alla meravigliosa pasticceria Petek dal nostro amico Salih Can ed una volta arrivati ci ha accolto la simpaticissima proprietaria Zeynep. Il luogo merita una visita anche solo per i profumi ed i colori (oltre che per i sapori) delle meravigliose preparazioni dolci esposte, io ho mangiato un baklava al pistacchioaccompagnato da un gelato al fiordilatte fatto con latte di capra, secondo la ricetta tradizionale, che attutiva la forte dolcezza del baklava. Il gelato è stato una vera e propria sorpresa, cremosissimo e non so come, il tocco pungente del latte di capra (che io comunque adoro) non si sentiva quasi per niente. Dopo il nostro spuntino dolce, mi sono ritrovata a parlare delle mie perplessità sul budino di pollo con la proprietaria che, convintissima che mi sarebbe piaciuto, me lo ha fatto assaggiare. E diciamolo pure, aveva ragione lei. Ora non ci resta che tornare a trovarli per assaggiarlo di nuovo!