Cultura del Gin: da drink per coraggiosi a raffinata bevanda
La cultura del Gin è in questi anni letteralmente esplosa, riportando in auge questo drink che affonda le sue origini in un lontano passato, in Italia siamo ancora agli inizi ma il panorama locale veronese nasconde delle interessanti soprese per i gin lovers.
Il gin nasce nel XIII secolo in Olanda, ma come potrete immaginare quello che al tempo bevevano era ben distante dalla moderna bevanda alcolica. Conosciuto come genever, l’antenato del gin era fatto distillando il vino di malto con una gradazione alcolica di circa 50%, ingentilito ed arricchito da erbe e spezie come le bacche di ginepro, scelte per le loro proprietà medicinali. Non va dimenticato infatti che queste tipologie di bevande erano originariamente vendute nelle farmacie ed erano abitualmente prescritte per alleviare malattie renali, gotta o calcoli.
Fino a quando fra il XVI ed il XVII secolo, la bevanda venne scoperta dai soldati inglesi impegnati in battaglia ad Anversa al fianco degli olandesi contro gli spagnoli durante la rivolta dei Paesi Bassi.
Gli olandesi erano infatti soliti bere il jenever prima della battaglia per il suo potere calmante (da cui l’espressione “Dutch courage” che sta ad indicare il coraggio proveniente dall’alcool).
Da quel momento gli inglesi cominciarono a produrre la loro personale versione del jenever, ribattezzandolo gin, che divenne estremamente popolare tanto che lo stesso Guglielmo d’Orange statolder delle Province Unite (oggi i Paesi Bassi), salì al trono inglese dopo la Glorious Revolution, manifestò pubblicamente il suo grande entusiasmo per la bevanda.
Al giorno d’oggi il gin sta vivendo una vera e propria età dell’oro, crescendo in popolarità ed in qualità. Anche in Italia si possono facilmente trovare gin per tutti i palati: dai più leggeri floreali, ai ricchi speziati, sino a quelli dai più complessi toni affumicati.
E’ stata la passione per questa bevanda assieme con l’amicizia, lo spirito di condivisione ed il desiderio di diffondere la cultura del bere bene, di qualità e consapevolmente, che ha spinto alla creazione di quella che siamo sicuri diventerà una vera e propria istituzione a Verona: L’Italian Gin Society.
Attraverso questi valori, Paolo Biasi presidente della Italian Gin Society ci ha raccontato come partendo da un gruppo di amici desiderosi di saperne di più sull’incredibile mondo del gin, è stata messa in piedi la loro associazione che vanta oggi circa centocinquanta iscritti.
Degustazioni, eventi tematici, corsi ma anche e soprattutto il poter condividere con un gruppo di veri amatori (che a forza di degustare gin sono diventati dei veri esperti), la passione, le sperimentazioni, la storia, la cultura e tutto quello che sta dietro al gin.
Collaborazioni importanti con i migliori bar di Verona (in primis per citarne uno il FRZ LAB) e con barman affezionati come Enrico Spagnoli, senza contare il preziosissimo apporto di soci fondatori come Alessandro Marcomini che rendono possibile anno dopo anno la realizzazione di eventi ed iniziative di altissimo livello.
Quello che traspare da questo gruppo di amanti del gin è un grande spirito di aggregazione e la capacità, su di un tema così verticale, di crescere facendosi guidare da veri esperti nelle competenze degustative, conoscitive e perché no anche culturali.
Noi non vediamo l’ora di partecipare al loro prossimo evento, nel frattempo ecco alcune foto di quello a cui abbiamo partecipato sabato scorso organizzato nella meravigliosa cornice di Villa Alessandri dal tema: Gin e pesce (in collaborazione con OraPesce, di cui avevamo già parlato qui, e Bottega Spa) e di altre iniziative dell’associazione organizzate in passato.
Giocare con acque toniche diverse, profumi, sapori e spezie ( dalle bacche di ginepro al cardamomo giusto per citare le più scontate) può trasformare il medesimo gin in qualcosa di completamente diverso, un mondo di combinazoni da esplorare e sperimentare.
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