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Cammini in Italia e in Europa: i consigli di una camminatrice
Viaggia - 05 Marzo 2020 - Scritto da Dalila Mantovani

Cammini in Italia e in Europa: i consigli di una camminatrice

Se amate viaggiare e siete dei discreti avventurieri questo articolo potrebbe fare al caso vostro. Proveremo a trattare in maniera ampia il tema del “cammino” per capire come, perché, e soprattutto se ci potrebbe piacere approcciarlo. Requisito base fondamentale ovviamente…è che amiate camminare!

Cosa sono i cammini pellegrini

I cammini sono per definizione i “cammini pellegrini”, ovvero antiche rotte che i nostri antenati percorsero per centinaia di anni con l’obiettivo di raggiungere luoghi significativi della cristianità con scopo devozionale o penitenziale. Il pellegrino primordiale partiva con la necessità di espiare un peccato molto grave spesso a seguito di una condanna del vescovo che gli imponeva di vagabondare mendicando per tutta la vita. Le mete più gettonate furono per secoli Roma e Gerusalemme, mentre solo successivamente comparve Santiago de Compostela. In tutti luoghi questi luoghi si trovavano le istituzioni ecclesiastiche e le salme dei Santi più importanti della religione cristiana.

Moda medioevale

I pellegrinaggi sono esistiti sin dall’inizio della cristianità, ma fu solamente durante il medioevo che ebbero un grande sviluppo e afflusso, arrivando ad utilizzare gli stessi tracciati anche per commerci e viaggi di ogni genere. Le rotte pellegrine divennero assimilabili alle autostrade di oggi, uniche vie di comunicazione per diversi scopi e dove viaggiatori di ogni tipo (principalmente uomini) si potevano ritrovare nelle locande a ristorarsi e curarsi, per poi rimettersi in viaggio.

Negli ultimi anni, sono sorti cammini in Italia e in Europa di tipo non religioso o non tracciati su rotte pellegrine antiche, ma che comunque hanno a che fare con la vita di qualche Santo particolarmente popolare in quella determinata regione.

Esperienza personale nello scegliere un cammino
Personalmente non faccio nessuna distinzione per quanto riguarda tipologia o anzianità di un cammino e ritengo che, per esempio, anche una rotta pellegrina antichissima non debba necessariamente essere percorsa da chi gode di immensa fede religiosa, ma, in una visione più laica, si possa scegliere la rotta semplicemente in base ai panorami della regione, alla difficoltà del percorso, alla stagione in cui ci vogliamo incamminare o in base all’interesse che abbiamo verso la storia di un determinato Santo.

Nella mia esperienza, da un punto di vista prettamente tecnico, le rotte pellegrine più antiche (come la via Francigena o il Cammino di Santiago) sono semplicemente organizzate meglio per quanto riguarda i servizi di alloggio, fondamentali in questo tipo di esperienze dove tutto è ridotto all’essenziale, soprattutto se vi vorrete accingere durante i mesi di bassa stagione.

Perché scegliere di intraprendere un cammino oggi
Tornando al focus iniziale intraprendere un cammino oggi ha un significato molto diverso da quello per cui sono nati. Le possibilità di muoversi e spostarsi sono chiaramente diverse e forse a nessuno verrebbe in mente di camminare a piedi fino a Roma o Gerusalemme per espiare un grande peccato commesso. Intraprendere un cammino oggi è una scelta intima e personale.

  • È una scelta di lentezza: cercare per qualche giorno un ritmo e uno stile di vita diversi dal solito, far scorrere l’orologio più lentamente di tutti gli altri giorni, riprendere un contatto con il nostro corpo.
  • È fare un passo indietro: godere del silenzio per giorni, fermarsi (anche se ci muoviamo) perché non si può fare nessuna cosa che sia più veloce del nostro passo.
  • È cercare la qualità di quel tempo che scorre lento, osservando panorami immensi, ascoltando il silenzio e noi stessi.

Ritrovare una magia
La mia personale magia consiste nel lasciare che i passi e la strada percorsa si portino via tutte le preoccupazioni che mi otturano il cervello, i pensieri più inutili o quelli troppo idealizzati, le emozioni che non riesco a gestire e le ansie: così, come se la strada fosse una bacchetta magica.

Il cammino è prima di tutto un’avventura!
In qualunque caso una prerogativa fondamentale del cammino è la ricerca di avventura. Certo, non dobbiamo per forza immedesimarci in “Indiana Jones e l’ultima crociata”, ma sicuramente la scelta di intraprendere un cammino è meno adatta ai maniaci del controllo… per capirci quelli che se al lunedì non sanno ancora cosa mangeranno ogni sera della settimana vanno nel panico!
Scherzi a parte, ogni cammino che si rispetti è pieno di imprevisti: ogni giorno non sai dove dormirai, cosa mangerai, se troverai un pasto e un alloggio accogliente o meno, se il cammino sarà impervio, se finirai l’acqua, se ti farà male il ginocchio o la spalla. Fa parte dell’avventura. Ma il bello è accogliere tutto quello che succederà con l’atteggiamento giusto, di apertura e predisposizione. In questo modo l’avventura diventerà divertente e potrete scherzarci e riderci sopra per anni ricordando le disavventure di quei giorni.

Come organizzarsi per intraprendere un cammino
Per cercare comunque di ridurre al minimo gli imprevisti è giusto partire organizzati, anzi, ben organizzati. Cercherò di fare dei piccoli promemoria senza rischiare di cadere nelle indicazioni da guida stampata, dando solamente alcuni consigli fondamentali da sapere nel caso vi venisse la malaugurata idea di avventurarvi in un cammino dopo la lettura di questo articolo.

1. In base alla stagione in cui scegliete di partire, fate attenzione alla lunghezza delle tappe e alle ore di sole che avete a disposizione durante la giornata. Le vacanze invernali per esempio non permettono lunghe tratte poiché ci sono poche ore di luce a disposizione.

2. La guida cartacea stampata del cammino è fondamentale. Ci troverete indirizzi, numeri di telefono, lunghezza e difficoltà delle tappe, e qualunque altra cosa possiate immaginare. Soldi ben spesi, fidatevi!

3. Spesso percorrere un cammino intero necessita di mesi, che non sempre abbiamo a disposizione. Non fatevi però bloccare e scegliete un tratto di qualunque cammino che vi ispiri, che sia facilmente accessibile in partenza e in arrivo da mezzi di trasporto pubblici, e quindi prossimo ad una città che abbia una stazione dei treni o un paese con un servizio di bus di cui potete controllare gli orari da web.

4. Controllate se esistono tracce gps su web del cammino che avete scelto di intraprendere. Saranno una guida perfetta sulla strada e possono farvi evitare tratti inutili fuori rotta.

5. Dopo che avrete fatto lo zaino e vi sembrerà di non aver messo dentro quasi niente, dimezzatelo!

6. Fatevi accompagnare da un buon libro e un diario di viaggio dove scrivere le vostre emozioni, i pensieri, i panorami e le persone incontrate nella giornata.

7. Chiamate sempre le strutture prima di arrivare, meglio prima di partire. Molte sono strutture caritatevoli alle quali si lascia una offerta libera (non approfittatevene se il servizio è stato buono). Nella mia esperienza le suore sono sempre una garanzia di benessere.

8. Concedetevi un pasto importante a cena e state leggeri a pranzo con cibi calorici e poco pesanti (nel vero senso di peso, visto che li dovrete portare nello zaino) come cioccolato o frutta secca. Se per caso durante la tappa passate da un borgo, fermatevi ad un alimentari per un panino con prodotti freschi, sarà divertente anche scambiare due chiacchiere con il salumiere che sicuramente vi racconterà qualche aneddoto sui pellegrini appena vi vedrà entrare con uno zaino più grande del negozio!

L’aspetto umano dei cammini pellegrini
Alla fine di tutto quanto detto, volevo condividere con i lettori quello che personalmente mi mi affascina di più e che ricordo anche a distanza di tempo quando torno da un cammino. Oltre ai panorami, alla natura, al silenzio, ai propri pensieri e alla fronte sudata, quello che mi stupisce e mi sorprende ogni volta sono le persone che incontro. Sia quelle che incontro sulla strada con me sia quelle che stanno lì da sempre ad aspettare i pellegrini.
I rapporti umani sono il sale che condisce ogni esperienza, perché rappresentano l’unico elemento che non potrai mai prevedere. Personalmente mi piace moltissimo entrare in contatto con la gente che incontro, lasciarmi coinvolgere dai loro racconti, dalle loro storie e magari raccontare un po’ anche della mia. Consiglio a tutti di provare a farlo perché potrebbe essere una grande ricchezza e un momento irripetibile capace di rendere ogni cammino unico e speciale.

Vorrei infine lasciare queste ultime righe tratte dal diario di viaggio di una persona per me speciale che ho incontrato lungo un cammino in Umbria:

Camminare per giorni in fondo è una lunga meditazione che ti lascia e si prende un sacco di emozioni… ho imparato che ci va un bastone a cui aggrapparsi in salita, ma soprattutto in discesa; che lo zaino è un peso necessario perché senza le cose di cui abbiamo bisogno non saremmo noi stessi; che quando arrivi in cima ti dimentichi magicamente della fatica […] soprattutto ho capito che c’è sempre una nuova tappa, una nuova meta là davanti da raggiungere […] bisogna essere pellegrini ogni singolo giorno e sapersi rinnovare, sempre”

In attesa che raccontiate le vostre esperienze auguro a tutti…Buon Cammino!

Dalila Mantovani
Veronese di nascita e architetto di professione. Ma dall’architettura alla fotografia, dalla fotografia al paesaggio e dal paesaggio al viaggio, il passo è stato molto breve! Crede che ogni dolore dell’anima si possa guarire con un viaggio, così ha trovato la scusa perfetta per avere sempre lo zaino in spalla!

Ringraziamo Dalila per la sua ampia panoramica sui cammini ed in generale sui viaggi a piedi, non dimenticatevi che il Babbuino Ghiotto si occupa anche di consigli di viaggio e proposte di itinerario a Verona e in giro per il mondo. Non perdetevi la categoria dedicata ai viaggi!

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