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Il Naan pane indiano di antiche origini
Mangia, Speziati - 14 Giugno 2019 - Scritto da Beatrice Perbellini

Il Naan pane indiano di antiche origini

Parlare di pane, a prescindere da qualunque tipologia si tratti, ci da modo di percorrere a ritroso le origini stesse dell’alimentazione umana. Che si tratti di un pane tradizionale italiano, che si tratti del Naan indiano (di cui parleremo oggi), della pita mediorientale (e di tutti i suoi derivati fra cui anche la nostra piadina) o dei bao cinesi, tutte queste ricette rappresentano una variante più o meno elaborata di un impasto composto da una tipologia di farina mescolata ad acqua, sottoposta (o meno) a lievitazione ed infine cottura.

Per quanto riguarda il Naan è menzionato per la prima volta nel 1300 a.C. dal poeta e musico indiano Amir Khusrow ma le sue origini sono senz’altro ancora più antiche e vanno collegate all’arrivo del lievito in India dall’Egitto.
Per quanto riguarda il nome Naan in persiano antico non indica una specifica qualità di pane ma rappresenta la parola generica che lo identifica, mentre la tipologia che oggi identifichiamo con questo nome servita in tutti i ristoranti indiani del mondo è nata fra l’India ed il Pakistan per poi diffondersi come risultato dei flussi migratori avvenuti nei secoli, in svariate regioni dell’Asia arrivando a raggiungere anche il Golfo Persico.

Il Naan viene preparato mescolando farina, acqua, yogurt e lievito e dopo un’opportuna lievitazione viene cotto nel tradizionale forno tandoor indiano di antichissime origini e probabilmente derivato dai forni egiziani. Il tandoor del Punjab rappresenta la variante più diffusa in India e Pakistan e può raggiungere temperature altissime intorno ai 480°C. E’ composto da una campana rovesciata o un cilindro di argilla e riceve il calore dal carbone o dalla legna che bruciano alla base del forno stesso. La cottura del Naan è molto scenografica ed avviene “attaccando” in verticale i dischi di pasta sulle pareti interne incandescenti del forno.

Se come noi hai intenzione di cimentarti in questa ricetta ma sei sprovvisto del forno per la cucina tandoori il miglior sostituto per cuocere in Naan è rappresentato da una padella di ghisa opportunamente scaldata o, come abbiamo fatto noi, su di un testo romagnolo caldissimo.

Ma veniamo ora alla ricetta:

Ingredienti 
(per 8 Naan)

1 cucchiaino di zucchero
½ tazza di acqua tiepida
2 cucchiaini abbondanti di lievito di birra disidratato
2 tazze abbondanti di farina 0
½ tazza di yogurt bianco
1 cucchiao di olio (meglio se insapore ma potete usare anche quello di oliva)
3 cucchiai di ghee (o burro se non avete voglia di prepararlo) ammorbidito da spennellare a fine cottura prima di servirlo
erbe aromatiche a piacere o semi di sesamo

Procedimento

-Cominciare sciogliendo il lievito e lo zucchero nella tazza di acqua tiepida.

-Aggiungere il composto di acqua e lievito alla farina mescolata con lo yogurt e l’olio
aiutandovi con un’impastatrice o a mano, sino a quando avrete ottenuto una bella palla di pasta morbida e non appiccicosa (se necessario aggiungete della farina).

– Fate riposare in un luogo caldo e umido comprendo l’impasto con un canovaccio per circa un’ora sino a quando sarà raddoppiato.

– Dividere l’impasto in otto palline e stenderle aiutandosi col mattarello in dischi regolari di circa 20 cm di diametro.

– Far scaldare la vostra padella in ghisa (o il testo romagnolo se l’avete) per almeno 5 minuti a fiamma altissima, dopodiché procedete cuocendo il Naan e girandolo a metà cottura.

– Una volta pronto finché è ancora caldo spennellatelo col ghee in cui avrete disciolto un pizzico di sale, si presta ad essere guarnito con semi di sesamo, semi di cumino o erbe aromatiche come il coriandolo (noi abbiamo messo la menta).

Il Naan è ottimo in accompagnamento ad un curry o ad uno spezzatino ricco di salsa, ma anche come antipasto con salsette indiane ma anche mediorientali come l’hummus, lo tzaziki, la raita alla menta o qualche chutney.

Speriamo che questa ricetta vi sia piaciuta, ci piacerebbe cimentarci nella preparazione anche di altri pani “etnici”, lo sapevate che in Asia esistono tante altre varianti di pane ognuna con caratteristiche diverse? 

Come ad esempio:

  • il Chapati praticamente identico nell’impasto al Naan ma privo di lievito
  • il Paratha un pane tailandese sempre a base di olio, acqua e farina, molto diffuso in tutto il sud est asiatico cotto nella Tawa una padella tipica in ghisa
  • il Melopan un pane dolce proveniente dal Giappone aromatizzato col melone e ripieno di cioccolata, crema o caramello 
  • i deliziosi Baozi o Bao, soffici panini cinesi cotti al vapore e farciti con carne e verdure.

Chissà quale cucineremo la prossima volta!

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